Consumatori e acquirenti che tirano fuori il portafoglio per comprare il prodotto desiderato pensano di essere liberi, slegati e razionalmente consapevoli della scelta, forse sono, sono stati o saranno “vittime” del Marketing Sensoriale.
Non è una novità rispetto ai vecchi discorsi sulla pubblicità che, basandosi sulla psicologia del consumatore, studia tattiche e modalità per far apparire più accattivante un determinato prodotto cosicché si possa essere indotti a comprarlo. Eppure le tecniche di vendita continuano a superare se stesse e lo fanno con il marketing sensoriale o polisensoriale. Di che cosa si tratta?
Alcuni esempi: entrate in un negozio e sentite un profumo buonissimo che si espande, ma non siete in profumeria. Magari si tratta di un negozio di articoli casalinghi e l’odore ha a che fare con un profumo inaspettatamente femminile e travolgente, tanto da farvi sentire femmes fatales nel momento in cui esaminate un attrezzo da cucina. Oppure, un agente immobiliare vi porta a visitare un appartamento e appena entrate percepite piacevoli profumi casalinghi, caffè o di torta appena sfornata. Oppure, al supermercato e avvertite l’odore dei campi e un desiderio improvviso di rallentare la vostra corsa frenetica tra gli scaffali.
Questo è il marketing sensoriale che accosta il prodotto da vendere a tecniche che permettono un coinvolgimento psicofisico più o meno celato, sul soggetto compratore tale da indurlo a collegare (involontariamente) quel prodotto con percezioni piacevoli e durature nel tempo. Si utilizzano quindi tecniche evocative che fanno leva sull’apparato sensoriale e che possono coinvolgere anche tutti i sensi; quì il marketing diventa polisensoriale. Per esempio immaginiamo i saloni delle automobili. Tutte le belle ragazze non sono lì solo per ravvivare l’ambiente dei motori. Si odono musiche di successo, accanto alle auto donne oggettivamente desiderabili sembrano dire Compra questa macchina! Avrai le più belle donne mai viste sedute accanto a te e sarai un uomo di successo!
Questi meccanismi quasi subliminali sono moltissimi e fanno leva sulle più basse leve dell’inconscio umano, sta di fatto che a scegliere poi non sono i consumatori, almeno non totalmente.